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Nell’ambito del progetto di RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA,che l'amministrazione Comunale ha aggiudicato a MODENA INGEGNERIA SRL, si è proceduto alla preventiva demolizione controllata del serbatoio pensile costruito nel 1935 come risorsa idrica in caso di emergenza incendio dall’Ing. Armando Villa che installò tale elemento durante i lavori di restauro realizzati in seguito all’incendio del 1931 che distrusse il palcoscenico, il sipario e alte parti del teatro.

Martedì, 12 Marzo 2024 09:25

CLOSER - Dentro il reportage 2024

CLOSER - Dentro il reportage 2024


QR Photogallery/Terzo Tropico aps e Tempo e Diaframma aps presentano l’edizione 2024 di “CLOSER - Dentro il reportage” un evento dedicato alla fotografia sociale e documentaria, da quest’anno con cadenza biennale, che ha l’obiettivo di promuovere nuovi e promettenti autori italiani e stranieri. Anche in questa edizione saranno selezionati cinque lavori che verranno esposti nella mostra collettiva prevista a Bologna nell’autunno 2024.




CLOSER 2024
PARTICIPATE IN THE INTERNATIONAL CALL! DEADLINE JUNE 15, 2024

QR Photogallery, Terzo Tropico-APS and Tempo e Diaframma APS, present the 2024 edition of “CLOSER – Dentro il reportage”, the event dedicated to social and documentary photography, starting this year every two years, which has the objective to promote new and promising Italian and foreign authors. As in past editions, this year too five works will be selected and exhibited in the collective exhibition scheduled for autumn 2024 in Bologna.
The international call expires on June 15, 2024.
The seventh edition of the Social Photography Festival returns to Bologna from Saturday 12 October to Sunday 3 November 2024 with exhibitions, meetings and workshops. The CLOSER Festival has scheduled: the exhibition featuring 5 photographers identified through the international call, training events with workshops conducted by prominent professionals and meetings with established photographers who offer original growth opportunities. The program will be released as soon as it is available. With CLOSER the photographic medium becomes the spokesperson for relevant and current social issues, which come from different corners of the world to the city of Bologna to spark reflections on contemporary reality.
The promoters confirm their commitment to strengthening the project by giving CLOSER a new perspective, to characterize the Festival as an event of national importance, focused on social, documentary and photojournalism photography, as well as its vocation to the promotion of emerging photographers. The editorial team of Witness Journal, media partner of the Festival, will choose and publish part of the works in the magazine.



Scopri come partecipare al BANDO CLOSER che scade il 15 Giugno 2024.

Find out all the information on the call and regulations here.


Lunedì, 13 Novembre 2023 11:08

Glück Auf!-Histoire minière

Reportage fotografico nelle zone minerarie della Ruhr in Germania
e della regione Hauts-de-France in Francia



Fotografie di Ivano Adversi

Dal 15 novembre al 22 dicembre 2023,
ALLIANCE FRANÇAISE BOLOGNA - GOETHE ZENTRUM BOLOGNA,
VIA DE’ MARCHI, 4
INAUGURAZIONE: MERCOLEDÌ 15 NOVEMBRE, ORE 19:00



Dal 15 novembre al 22 dicembre 2023, l’Alliance Française Bologna e l’Istituto di Cultura Germanica Goethe Zentrum Bologna ospitano la mostra Glück Auf! Histoire Minière, un reportage fotografico realizzato da Ivano Adversi nelle zone minerarie della Ruhr in Germania e nella regione Hauts-de-France in Francia.

Il titolo della mostra - Glück Auf! – vuole essere un omaggio al tradizionale saluto dei minatori tedeschi che esprimeva la speranza che i compagni tornassero sani e salvi dalla miniera dopo il turno.

Tra gli obiettivi di questa mostra, curata da Cristina Berselli dell’Associazione Terzo Tropico, quello di raccontare l’attuale situazione di queste regioni minerarie, oggi in gran parte dichiarate patrimonio culturale dell’Umanità dall'UNESCO, e il loro importante passato per lo sviluppo industriale dell'Europa.

La mostra si compone di 40 fotografie in bianco e nero che Ivano Adversi ha scattato, a più riprese, viaggiando tra Francia e Germania dal 2018 al 2022.

La mostra Glük Auf! ci invita ad approfondire gli aspetti sociali, economici, ambientali che hanno contraddistinto lo sviluppo industriale europeo e ad analizzarne il contesto e le conseguenze.

Per l’Alliance Française e l’Istituto di Cultura Germanica è una nuova iniziativa che conferma gli ottimi rapporti tra i due Istituti, da anni impegnati nella promozione linguistica e culturale a Bologna in un’ottica Europea, plurilinguistica e multiculturale.

IL CONTESTO STORICO DELLA MOSTRA

Con l'avvento della macchina a vapore, il carbone fu al centro della rivoluzione industriale che si diffuse in tutta Europa a partire dalla fine del XVIII secolo, consentendo in particolare lo sviluppo della produzione di massa, dell'industria tessile e dei trasporti.

Lo sfruttamento dei territori, soprattutto nel nord Europa, segnò in modo decisivo la struttura della società, dell’economia, del paesaggio e complessivamente, possiamo dire oggi, dell’ecologia.

Fin dagli inizi dell’800, gli importanti investimenti e i conseguenti imponenti flussi migratori trasformarono i paesaggi rurali, che divennero pian piano paesaggi industriali, che crebbero in maniera ininterrotta fino all’inizio del XX secolo. I centri urbani si svilupparono velocemente per dare alloggio ai minatori e alle maestranze con la realizzazione, dapprima di edifici popolari, poi di vere e proprie città con diversi livelli di qualità abitativa.

La rapida sostituzione delle fonti di energia (petrolio, nucleare) negli anni ’70 e ’80, i grandi disastri con numeri impressionanti di vittime, una diversa attenzione all’ambiente e alla salute portò alla progressiva chiusura delle attività minerarie e alla loro graduale e definitiva cessazione, a partire dagli anni 90.

L’intento di non distruggere un patrimonio industriale che può raccontare due secoli di lavoro in queste regioni e la illuminata volontà di riqualificare le aree dei bacini minerari, non destinandole all’abbandono e all’oblio, hanno dato il via a vasti e impegnativi processi di riconversione ambientale e culturale che sono sfociati nella nascita di importanti musei, aree ricreative, residenze artistiche, spazi espositivi e percorsi naturalistici che rappresentano oggi attraenti metropoli di cultura del terzo millennio.

Molti siti minerari in Germania e in Francia e i “terril” (depositi piramidali dei materiali di scarto minerari), sono oggi riconosciuti Patrimonio Mondiale Unesco.

Martedì, 19 Settembre 2023 13:48

Jazz in Bo 2023

Bologna può fregiarsi di un passato e di una tradizione musicale, ancora vivi e presenti tutt'oggi, equiparabili solo a quelle di poche altre città in Europa. Per questa ragione la nostra città è stata dichiarata dall'Unesco Città creativa della musica. Un ruolo particolare in questo panorama spetta al jazz. Fin dagli anni ’60 Bologna era una delle mete preferite da grandi artisti come Miles Davis, Gerry Mulligan, e tanti altri che si sono succeduti nella grande arena dell’allora Palasport, oggi PalaDozza, grazie all’intuizione di Alberto Alberti che con il Festival del Jazz di Bologna fece della nostra città un punto di riferimento a livello internazionale. Il jazz è sempre stato nel cuore dei bolognesi, con la band di Nando Giardina che ha fatto conoscere il Lucio Dalla clarinettista, con le incursioni di Renzo Arbore e di tanti pionieri di una musica a quei tempi considerata per pochi appassionati. La tradizione jazzistica ha poi avuto una grande ripresa agli inizi del 2000, grazie ai numerosi locali che hanno fatto di Bologna una piccola New York nel cuore dell’Emilia Romagna. La rinascita del Bologna Jazz Festival ha poi definitivamente riportato Bologna nell’olimpo del jazz in Italia.Tutto ciò ha fatto sì che oggi siano numerosi i musicisti che vivono il jazz come la loro musica di elezione, permettendo anche a moltissimi giovani di avvicinarsi a questo genere musicale particolare che consente una grande possibilità di improvvisazione e di espressione artistica per i singoli, all’interno di un ensemble univoco e perfettamente amalgamato.I fotografi Ivano Adversi e Guido Samuel Frieri intendono con il loro lavoro evidenziare questo stretto connubio, riprendendo i musicisti bolognesi in luoghi iconici e suggestivi della città. Luoghi che rappresentano il cuore pulsante di Bologna, come lo è il ritmo della musica jazz.Il risultato non è una semplice serie di ritratti in diversi spazi cittadini ma, tramite immagini di impatto emotivo, costituisce una sorta di colonna sonora visiva per Bologna, che mette in luce la presenza degli artisti all’interno del capoluogo emiliano e la loro creatività, mostrando al contempo la vita e l’architettura della città.I luoghi che hanno fatto da sfondo a da quinta ai jazzisti vanno da grandi palazzi storici come Palazzo Davia Bargellini, Palazzo Malvasia Palazzo Isolani ai famosi musei come Il Museo Civico Medievale o il meraviglioso Museo Tagliavini nell’oratorio di San Colombano. Non mancano luoghi iconici di Bologna. Dalla vecchia “gabbia del leone”, oggi restaurata e trasformata ai Giardini Margherita, alla Montagnola, dal mitico PalaDozza, dove il Bologna Jazz Festival ha conosciuto gli anni d’oro dei grandi concerti internazionali, al piccolo ma prezioso Teatro del ‘700 di Villa Mazzacorati. Anche i jazz club bolognesi quali Cantina Bentivoglio e Camera jazz & music Club si sono prestati come set fotografici per gli scatti.

Ivano Adversi attualmente fa parte di un gruppo di fotoreporter e ricercatori principalmente orientati al reportage sociale, antropologico e naturalistico.
Volumi fotografici pubblicati: Destini incerti Animali ed ambienti da salvare per sopravvivere insieme (Edizioni Calderini) Il respiro del fiume (Edizioni Calderini)Reno Memoria di un fiume (Provincia di Bologna) L’Oratorio di Santa Maria della Vita (Costa edizioni) Buonanotte Suonatori, luoghi e protagonisti del jazz a Bologna (Minerva edizioni) Terre di libertà - i volti e i luoghi del riscatto civile dalle mafie (Minerva edizioni) I Luoghi dell’Industria – fra trasformazione urbana e abbandono (Socialmente edizioni)Perfetta solitudine. In morte di Pier Paolo Pasolini (Libro d’autore Ediz Pendragon)Une guitare itinerante Il jazz manouche tra Francia e Italia(Alliance Française)BELLA IMPRESA! Storie di lavoro e ordinario coraggio (Archivio Pedrelli)A misura d’uomo Borghi dell’Appennino tra vita e abbandono (Regione Emilia Romagna)I Portici di Bologna Patrimonio di cultura e identità (Minerva Edizioni)Numerose le mostre, in Italia ed all'estero (Cina, Francia, Spagna, Inghilterra, Russia)Esperto di applicazioni multimediali, nell’ambito di Bologna2000, su progetto di Nino Migliori, ha partecipato all’organizzazione di Bologna s’immagina, per la quale è stato tra gli autori della multivisione presentata nella Chiesa di S.Mattia.È fra gli organizzatori dello spazio espositivo QR Photogallery, a Bologna.Ha collaborato con Pino Ninfa, Claudio Marra, Nino Migliori, Giorgio Celli, Andrea Samaritani, Graziano Campanini e altri.



Guido Samuel Frieri nasce a Urbino nel 1977, sin da giovanissimo inizia il suo percorso creativo frequentando le prestigiose scuole artistiche della sua città natale. Percorso che lo porta a diventare direttore creativo presso diverse agenzie pubblicitarie e autore di spot Tv e campagne ADV per clienti nazionali e internazionali. Contemporaneamente si appassiona alla fotografia e con essa inizia a ritrarre in pellicola la realtà che lo circonda, con uno spiccato senso di umanità e delicatezza. I volti immortalati nelle sue fotografie ritraggono eroi quotidiani che trovano così il modo di esprimere emozioni, paure, desideri. Condividere storie per raccontare il mondo, è questo il compito che Guido Frieri si sente chiamato a svolgere e che porta a compimento attraverso il mezzo fotografico. Sguardi, espressioni e gesti, eternamente fissati nei suoi scatti, svelano persone le cui esistenze sono il riflesso della società moderna. Dopo l’esperienza in Brasile che nel novembre del 2019 lo ha portato a ritrarre i Meninos de Rua, ovvero i bambini di strada, lo scorso aprile si è recato in Ucraina per fornire una testimonianza fotografica del dramma dei profughi in fuga dalla guerra.La macchina fotografica diventa lo strumento con cui rivelare una realtà dove l’essere umano, pur muovendosi in situazioni umanamente insostenibili, non soccombe né perde la sua fierezza.

Venerdì, 15 Settembre 2023 15:25

FESTE! Un Identità in Trasformazione

FESTE!
Un Identità in Trasformazione


Sono Italiano per scelta; dopo il referendum sulla Brexit del 2016 non ho avuto altra alternativa che chiedere la cittadinanza italiana. Sono di origine gallese e vivo vicino a Bologna da tanti anni. Sono un fotografo documentarista e lavoro principalmente su progetti a lungo termine. Da tre anni ho ripreso un progetto fotografico sulle feste popolari (e non solo) in Italia iniziato tre decenni fa e ampliato in modo continuo da allora in tutto il paese. FESTE è semplicemente una raccolta d’immagini di un osservatore, soggettivo ma anche acuto; non pretende d’essere uno studio accademico o un profondo progetto antropologico sulle feste in Italia.
FESTE comunque documenta profondamente non solo usi e tradizioni molto legate al territorio ma anche le principali evoluzioni nella società Italiana negli ultimi trent’anni e questo nel modo più divertente possibile. In un periodo socio/economico che sarà particolarmente difficile, credo che i popoli italiani continueranno ad apprezzare i loro valori locali, sia quelli tradizionali sia quelli acquisiti negli ultimi anni. Amo l’Italia anche per la sua diversità locale e regionale; credo che sia questo il fondamento della sua ricchezza culturale. Credo, comunque che l’identità culturale sia in continua trasformazione e mutazione; è in momenti come questi che bisogna riflettere tutti (e bene) sul dove si va. Spero che un occhio esterno ma anche, ormai, interno possa essere utile in queste riflessioni. FESTE è una celebrazione della cultura popolare italiana: Buone Feste!

I am Italian by choice; after the Brexit referendum in 2016, I had no alternative but to ask for Italian citizenship. I am of Welsh origin and have lived near Bologna for many years. I am a documentary photographer and work mainly on long-term projects. Three years ago I decided to complete a photographic project on popular festivals (and other events) in Italy that I had began three decades previously and have continuously expanded throughout the country ever since. FESTE is simply a collection of images by a subjective but also acute observer; it does not aspire to be an academic or a profound anthropological study on the subject.
FESTE, however, does not only document the customs and traditions that are important to local identities, it also traces the evolution of Italian society over the last thirty years in both an engaging and fun way. In a social/economic period that will become particularly difficult, I believe that the Italian peoples will continue to appreciate not only their local traditions and values but also those that they have acquired in recent years.
I love Italy for its regional and local diversity, which is the foundation of the nation’s cultural wealth. However, I also believe that cultural identity constantly transforms and mutates; and that in moments like these we must all reflect (and constructively) on where we are headed. I can only hope that an ‘external eye’ but also one which has, by now, become ‘internal’ will be of help in these reflections. FESTE is a celebration of Italian popular culture: Buone Feste!

RHODRI JONES

Rhodri Jones, nato in Galles, vive vicino a Bologna dal 2000 ed è cittadino italiano dal 2022. Fotografo professionista dal 1989, ha lavorato a vari progetti, personali e commissionati, attorno al mondo. Ha pubblicato sei libri fotografici d’autore; Made in China (Logos Art, Italia 2002), Return/Yn Ôl (Seren, UK 2006), Hinterland (L’Artiere, Italia 2010), Scambi Ferroviari (L’Artiere, Italia 2011), Cosi E’ (L’Artiere, Italia 2015) e Marconi Express (Forma, Italia 2019). Ora sta preparando una nuova pubblicazione; COFION.
Descritto dal fotografo Magnum Philip Jones Griffiths come “poeta gallese con la macchina fotografica”, Rhodri ha esposto in Cina, Eire, Francia, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, UK e USA e ha partecipato in altre mostre in Austria, Canada, Germania, Giappone, Messico e RSA. Distribuito da Panos Pictures dal 1992, le sue fotografie sono state usate da importanti editori, ONG, quotidiani e riviste in tutto il mondo. Il suo lavoro è tenuto in diverse collezioni pubbliche e private. È membro fondatore del collettivo DocCymru.

Venerdì, 01 Settembre 2023 08:05

Closer cambia volto

Closer cambia volto


Dopo sei edizioni di ottimo successo, Closer – Dentro il reportage, l'evento dedicato alla fotografia sociale e documentaria ha deciso di innovare la settima edizione, inserendola in un grande evento di fotografia che si svolgerà a Bologna e in un paese della cintura bolognese nell’autunno 2024.

Questo evento, che si chiamerà New Closer, in onore della manifestazione originaria, avrà cadenza biennale.


Ciò servirà a dare maggiore importanza al concorso, che ha visto nelle scorse edizioni, fotografi già affermati e altri che poi hanno vinto premi importanti come il World Press Photo.
A breve pubblicheremo tutte le novità e il bando per la partecipazione anche nella nostra pagina Facebook oppure sul sito di QRPhotogallery (www.qrphotogallery.it)

Giovedì, 20 Aprile 2023 08:44

PREGIUDIZIO E INSICUREZZA

Venerdì 5 maggio alle ore 18 , presso la QR Photogallery,
inaugura la mostra:

PREGIUDIZIO E INSICUREZZA
Fotografie di Claudio Rizzini

Nuovo appuntamento alla QR Photogallery, lo spazio espositivo bolognese dedicato alla fotografia d’autore documentaria, sociale e di ricerca sul territorio, ospitata nel Quadriportico del complesso monumentale ex Roncati, via S.Isaia 90 a Bologna, e gestita dall’Associazione TerzoTropico_APS.

Riuniti sotto un denominatore comune, il fotografo Claudio Rizzini, vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali, e già ospitato a QR Photogallery in occasione di CLOSER, presenta due differenti aspetti della vita nel nord dell’Italia. Differenti ma riconducibili a una sensazione che pervade molti cittadini italiani.


Nel primo lavoro, Lacio Drom, Claudio ha esplorato il mondo dei rapporti con lo “straniero” inteso non solo come cittadino di un altro paese, ma come entità differente, come cultura differente. Lacio Drom – il Buon Viaggio -, racconta infatti la vita di Rom e Sinti, due etnie originarie del Nord dell’India. I loro componenti vengono chiamati con disprezzo “zingari” e sono da sempre considerati diversi e oggetto di discriminazione. La loro presenza non è tollerata, la loro identità negata ma un nuovo Lacio Drom, un nuovo Buon Viaggio, porterà un giorno alcuni di loro lontano, in un’altra città, in un altro campo, pronti a ricominciare l’eterno andare.
Nella mostra Armati di paura il soggetto invece è l’insicurezza. Gli italiani, cedendo all’illusione della difesa sempre legittima proposta dalla politica vogliono più pistole e fucili. Un italiano su 10 detiene un’arma in casa. Ai protagonisti di questo reportage è stato chiesto di farsi ritrarre con le loro armi, nelle stanze delle loro case, nei luoghi in cui si sentono più vulnerabili. Sono loro quindi gli armàti di paura, delegati all’uso estremo della forza, lasciati soli con i propri fantasmi e le proprie debolezze sulla strada di una americanizzazione che non lascia presagire niente di buono.


Inaugurazione, alla presenza dell’autore, venerdì 5 maggio 2023 alle ore 18.

La mostra resterà allestita fino al 20 maggio e sarà visitabile gratuitamente.


In collaborazione con Azienda USL di Bologna e con il patrocinio del Comune di Bologna.

Venerdì, 09 Settembre 2022 08:44

Closer 2022

Venerdì 23 settembre “Closer, dentro il reportage” ritorna con la sesta edizione

TerzoTropico-APS, Witness Journal, Tempo e Diaframma APS e QR Photogallery, in collaborazione con Arci Bologna con Azienda AUSL di Bologna, con il patrocinio del Comune di Bologna, presentano la sesta edizione di “CLOSER - Dentro il reportage”.

La mostra inaugura il 23 settembre alle 18:30 e come sempre sarà un evento dedicato alla fotografia sociale e documentaria, per promuovere nuovi e promettenti autori italiani e stranieri.

I lavori dei vincitori posano lo sguardo su temi sensibili, attuali e a volte duri, in Italia e all’estero. Si esplorano le difficoltà sociali e abitative di un quartiere degradato di Roma e la vita di una mamma ebrea sefardita progressista che vuole per i suoi figli l’uguaglianza di fronte a Dio e agli uomini. Poi ci sono persone che lottano dentro e fuori dal ring come Pamela, un pugile che non può combattere in Nazionale perché non ha ancora la cittadinanza italiana. E poi gli sguardi dei fotografi si spostano sul carcere di Merida, ad oggi uno degli esempi più emblematici di reinserimento sociale, oltre ad essere il carcere meno violento di tutto il Messico e nel deserto di Putin, l'angolo più arido della Russia e del continente europeo che si trova a mille chilometri da Mosca la cui desertificazione, è stata causata dall'allevamento intensivo imposto dal governo.

L’appuntamento è sempre presso QR Photogallery in via Sant’Isaia 90 a Bologna.

I LAVORI VINCITORI


PIETRO ROMEO
IL DESERTO DI PUTIN, SABBIA E AUTOCRAZIA IN RUSSIA

Un paesaggio lunare battuto dai venti, chilometri di steppa e sabbia a perdita d'occhio, villaggi isolati e stazioni di servizio abbandonate. L'angolo più arido della Russia e del continente europeo si trova a mille chilometri da Mosca. La Repubblica Autonoma di Calmucchia è una terra affacciata sul Mar Caspio che mostra ancora le tracce della storia sovietica. La principale è la desertificazione, causata dall'allevamento intensivo imposto dal governo dopo la morte di Stalin. Già alla fine degli anni Novanta, 770.000 ettari del territorio erano costituiti da sabbie sterili, mentre l'80% del suolo mostrava evidenti segni di desertificazione. Oggi il global warming ha messo il popolo calmucco definitivamente in ginocchio. La situazione sembra irreversibile e la politica interna del Cremlino sulla regione non lascia intravedere alcun futuro migliore. L'entourage di Putin ha infatti recentemente introdotto nel governo locale due figure istituzionali quantomeno bizzarre: Batu Khasikov e Dmitrij Trapeznikov. Il primo, un ex kickboxer senza alcuna esperienza politica ma filo-putiniano di ferro, viene eletto Presidente nel 2019. Il secondo, un separatista ucraino molto attivo nella regione del Donbass, diventa sindaco della capitale Ėlista nel 2019 e successivamente Vicepremier, nel 2022. A seguito di quest'ultima nomina, il Presidente Khasikov ha speso l'ennesimo endorsment verso la nuova spalla, affermando che il suo vice prenderà in carico proprio la questione ambientale, supervisionando l'implementazione di risorse per attuare piani di sviluppo agricolo e di contrasto al degrado geologico. Lungi dal risolvere seriamente i problemi della Repubblica Autonoma, i due luogotenenti di Putin vengono timidamente additati dalle opposizioni come semplici pedine sulla sua scacchiera di potere. Tutto ciò esemplificherebbe gli sforzi del Cremlino per aumentare il controllo delle autorità statali sulle singole regioni della federazione e metterebbe a nudo il protocollo autocratico applicato alle periferie d'Impero.



DANIELE STEFANIZZI
CERESO CENTRO DE READAPTACION SOCIAL

Il Messico conta 298 centri penitenziari, tra i più violenti di tutto il mondo. Cereso, il carcere di Merida è gestito dal Professor Francesco Javier Brito Herrera insieme ad Antonio Ramón Gonzáles Zetina e Alejandro Manuel Gonzáles Castillo. Il carcere ospita circa 1200 detenuti di cui 1180 uomini e 20 donne, accusati di omicidi, abusi sessuali, violenza e “delitto contro la salute” (ovvero traffico di droga). Prima che subentrassero i tre gestori, il carcere versava in condizioni problematiche, con risse e aggressioni quotidiane tra i detenuti. Attraverso il dialogo e operazioni di sensibilizzazione il direttore e i suoi collaboratori sono invece riusciti a promuovere una convivenza pacifica tra i detenuti, attraverso attività come lo sport e la scuola. Il carcere è da anni un riferimento importante nello stato dello Yucatan. La gestione è svolta in conformità con le modalità stabilite dalla legge di esecuzione del Messico, ovvero: salute, istruzione, formazione al lavoro, sport, nel pieno rispetto dei diritti umani. I detenuti ricevono assistenza medica e psicologica, affinché riescano a gestire eventuali atteggiamenti violenti. Hanno la possibilità di incontrare le loro famiglie due volte a settimana. La gran parte dei detenuti è impegnata in attività di sartoria, cucina e giardinaggio. Frequentano corsi di inglese, elettronica e marketing, oltre a quelli di scuola primaria e secondaria, e si tengono regolarmente tornei sportivi. Grazie a tutto questo, seppur con i suoi problemi, il carcere di Merida ad oggi è uno degli esempi più emblematici di reinserimento sociale, oltre ad essere il carcere meno violento di tutto il Messico. Nel 2022 si stima che un buon 60% dei detenuti, una volta scontata la pena, non vi farà più rientro.



ALDO FEROCE
IL PALAZZO DEI DESTINI INCROCIATI

Il nuovo Corviale chiamato anche “Serpentone” è un palazzo lungo circa 1 km che sorge in periferia ovest di Roma, nato alla fine degli anni ‘70 per fronteggiare la crisi abitativa. Sin dalla sua nascita questo luogo è stato sinonimo di degrado e delinquenza soprattutto per un malessere gestionale, tanto da farlo diventare uno dei quartieri simbolo di Roma.La storia vede uomini e donne catapultati in un luogo privo di infrastrutture, con addosso ancora le ferite causate dallo strappo dello sfratto di massa, costrette a convivere per forza o per ragione. Persone che hanno dovuto riorganizzare la loro vita attraverso mille difficoltà, cercando di reinventarsela, di colorarla, di viverla con nuove regole e soprattutto con il fai da te. Mentre da anni si parla di riqualificare il Corviale, facendo progetti sulla materia, l’intento dell’autore è stato quello di dare voce e far conoscere il lato umano dei più deboli o meglio gli “invisibili” di cui spesso ci si dimentica, o si parla in modo stereotipato.



MATTEO BERGAMI
PAMELA, GENTE CHE LOTTA DENTRO E FUORI DAL RING

Pamela Malvina Noutcho Sawa è nata a Bafia in Camerun nel 1992 e vive in Italia dal 2000, lavorava come infermiera all'ospedale Maggiore di Bologna e quest'anno con la Bolognina Boxe ha vinto il titolo nella categoria 64 Kg nel 2020. La pugile non può combattere in Nazionale perché non ha ancora la cittadinanza italiana. “Per molti la cittadinanza è il lasciapassare che permette di fare il passo in più, gareggiare a livello internazionale. Lo sport per sua natura ti spinge a sfidare i tuoi limiti per riuscire a migliorarti sempre di più. Non poter combattere ad eventi come gli Europei, i Mondiali o le Olimpiadi è frustrante anche dal punto di vista personale perché non hai potere d’azione, dipendi da tempistiche giuridiche. La cittadinanza non è una questione di merito, ma di diritto. Occorrerebbe un movimento di sensibilizzazione di massa, non solo nello sport ma anche per le persone che incontri ogni giorno, nel quotidiano, a quelli che dicono non esistono neri italiani.” Nel 2022 Pamela esordirà come professionista.



FIORELLA BALDISSERRI e ISABELLA FRANCESCHINI
CRACKING THE MONOLITH

Basta una consonante per scoprire una rivoluzione e una speranza. Da Bar Mitzvah (rito maschile) a Bat Mitzvah (femminile) c’è solo una r che diventa una t, ma a Bologna nel 2021 accade qualcosa di molto più potente: l’accesso all’età adulta di una ragazzina di famiglia ebraica appartenente al movimento riformista che da quattro secoli persegue un cambiamento possibile. Inclusione e salvaguardia della tradizione. Una contrapposizione delicata verso la granitica pratica integralista che considera la donna che parla e legge a voce alta irrispettosa nei confronti di Dio. Voce come centro di riscatto, integrazione, parità. Una mamma ebrea sefardita progressista vuole per i suoi figli l’uguaglianza di fronte a Dio e agli uomini. Il Bat Mitzvah riformato diventa futuro e speranza per Noa, che porta in braccio i sacri rotoli mentre la Rabbina officia l’antico rito religioso, simbolico e legale del diventare adulti. Le congregazioni riformate, sono 1200 in 40 paesi, e contano 1.500.000 ebrei, testimoni di un adattamento che supera qualsiasi stereotipo.



La rivista online Witness Journal dedicherà un numero speciale ai lavori selezionati.

Il programma prevede inoltre:
• lettura portofolio a cura delle Associazioni organizzatrici, sabato 24 settembre dalle 9:00 alle 13:00. 
Per informazioni e iscrizioni scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
• workshop a cura di Dario De Dominicis che si terrà sabato mattina presso QR Photogallery e sabato pomeriggio e domenica presso Porta Pratello: tutte le info al link: https://witnessjournal.com/corso/workshop-di-fotografia-documentaria-con-dario-de-dominicis/

Mercoledì, 29 Giugno 2022 08:08

La bellezza salverà il mondo?

La bellezza salverà il mondo?

Sabato 2 luglio alle ore 11 presso la Sala d’Ercole di Palazzo D’Accursio a Bologna sarà inaugurata la mostra fotografica “La bellezza salverà il mondo”, che si svolge nell’ambito di #Unannoper30anni, le iniziative organizzate dal Centro Antartide in città in occasione del suo trentesimo compleanno. Fotografie di Cristiana Damiano, Marco Gaiotti, Alberto Ghizzi Panizza, Luigi Piccirillo e Pierluigi Rizzato, raccolte ed esposte grazie alla collaborazione dell’Associazione TerzoTropico, per mostrare con sguardi d’autore quella parte di mondo e di bellezza che dobbiamo fare il nostro meglio per preservare. A tagliare il nastro insieme agli autori, l’assessora del Comune di Bologna al coordinamento transizione ecologica, patto per il clima e candidatura "Città carbon neutral" Anna Lisa Boni, il presidente del Centro Antartide e i referenti di TerzoTropico.

Il nome Antartide fu scelto come richiamo a un continente che 30 anni fa rappresentava un’area che ancora non risentiva degli effetti dell’attività dell’uomo sui suoi ecosistemi: eppure, già in uno dei primissimi manifesti del Centro, dalla superficie ghiacciata sorgeva una palma, indizio evidente di una minaccia, quella del cambiamento climatico, che nel corso di questi 30 anni è divenuta realtà. Al principio delle attività del Centro Antartide di Bologna infatti, che nasceva proprio dal movimento delle “Università Verdi” italiane, i temi legati alla sostenibilità, alla tutela e all’uso responsabile delle risorse come biodiversità, aria, acqua, energia, sono stati al cuore delle iniziative e dei progetti che, specialmente nei primi anni, avevano la finalità di raccontare con linguaggi vicini a tutti i cittadini, proprio come la fotografia, temi complessi legati agli ecosistemi e all’equilibrio ambientale e spesso ancora lontani dalla quotidianità di ciascuno.

“La bellezza salverà il mondo?” è una mostra fotografica che si propone di esaltare la bellezza del mondo animale e vegetale attraverso le immagini realizzate da cinque grandi fotografi italiani esperti in reportage naturalistici, per rinnovare il richiamo alla nostra “Antartide”, quella parte di mondo vicina e lontana sulla quale possiamo posare il nostro sguardo e riscoprire la bellezza della biodiversità, dei paesaggi, delle creature che insieme a noi popolano questo pianeta. Uno sguardo che possa animarci a fare del nostro meglio per preservare questo patrimonio.
La mostra è visitabile gratuitamente per tutto il mese di luglio presso la Sala d’Ercole del Comune di Bologna a Palazzo D’Accursio (orari e giorni nel flyer allegato): sarà inaugurata sabato 2 luglio da Anna Lisa Boni assessora del Comune di Bologna con delega al coordinamento transizione ecologica, patto per il clima e candidatura "Città carbon neutral", dal presidente del Centro Antartide Marco Pollastri e da Ivano Adversi e Cristina Berselli di TerzoTropico, curatori della mostra e che con il Centro Antartide hanno condiviso quasi tutti questi 30 anni di storia.

L'incontro infatti si inserisce nell'ambito di "Un anno per 30 anni", la serie di appuntamenti organizzati dal Centro Antartide in occasione del nostro 30esimo compleanno, che vogliono approfittare di questa ricorrenza per ricordare ma soprattutto rileggere il percorso fatto fin qui, insieme alla città che da sempre è stata il nostro laboratorio e ai tanti soggetti di tutta Italia e non solo che hanno condiviso con noi parti del cammino. Vogliamo che questo compleanno sia un’occasione non tanto per ricordare il passato ma per confrontarci sulle nuove sfide ambientali e sociali che attendono la nostra comunità, cittadina e nazionale. Per ragionare sul presente guardando al futuro, con la consapevolezza del passato. Gli appuntamenti proseguiranno nelle prossime settimane e nei mesi fino all’autunno, con azioni diffuse che animeranno vie e strade della città, incontri pubblici che vedranno come protagonisti esperti nazionali e internazionali che porteranno a Bologna riflessioni su alcuni temi chiave del lavoro di questi anni, dalla vivibilità urbana alla mobilità scolastica, dalla pedagogia del sorriso alla gentilezza. Una seconda mostra attende la città in autunno, a partire da un altro dei linguaggi, la vignetta, che da sempre nella storia di Antartide è stato uno strumento per raccontare i temi della sostenibilità ambientale e sociale a pubblici sempre diversi, con leggerezza e ironia. Le iniziative, che si stanno realizzando con la collaborazione del Comune di Bologna, si concluderanno in occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza, il 13 novembre.

Martedì, 14 Giugno 2022 08:27

Sei bella da morire

SEI BELLA DA MORIRE

Il 24 giugno 2022 alle ore 18, inaugurerà a Bologna la mostra fotografica SEI BELLA DA MORIRE, ospitata nello spazio espositivo QR Photogallery nel quadriportico dell’ex Ospedale Roncati, in Via Sant’Isaia 90 a Bologna.
L’iniziativa è promossa dall’ associazione TerzoTropico-APS ed è stata realizzata dai soci dell’associazione Ikonica, di Roma.

Sarà disponibile in vendita il Catalogo. Il ricavato verrà destinato ad associazioni che si occupano dell’assistenza a donne che hanno subito violenza e che, fortunatamente, sono sopravvissute e scampate alla furia dei loro aguzzini.

Ogni tre giorni una donna viene uccisa da un maschio, a volte viene uccisa con i suoi bambini. Se il maschio possiede un’arma, la usa. I maschi che non hanno una pistola o un fucile usano quello che trovano. Un coltello, un martello, un bastone o solamente le mani. Queste sono le vicende che mi è capitato di fotografare. Madri e figli uccisi, figli sopravvissuti, maschi vigliacchi al punto di non riuscire a uccidersi. Ho visto gli occhi di un bambino al quale il padre aveva ucciso la madre e ho visto l’assassino portato via in manette. Sono un fotoreporter e da oltre 30 anni lavoro a La Repubblica, nella cronaca di Roma. Ho visto una donna decapitata, una ragazza data alle fiamme. Ne ho viste tante di donne uccise e tante menomate per sempre, bruciate con l’alcol e la benzina. Ho incontrato molte persone disposte ad aiutarle, donne che aiutano altre donne, polizia, carabinieri, assistenti sociali, avvocatesse, psicologhe pronte a dare se stesse per portare aiuto. Chi per il proprio lavoro chi in associazioni create per quello scopo. Purtroppo spesso mancano i fondi, molte di queste associazioni non hanno di che andare avanti.

Sono uno dei soci fondatori dell’associazione Ikonica. Sono anche un docente di fotografia all’interno dell’associazione e da circa dieci anni cerco di veicolare la fotografia al di fuori delle realtà dei social, cercando di trasmettere quello che ho imparato. Ho cercato di far capire che la fotografia è da sempre uno dei più potenti mezzi per veicolare idee e sentimenti. Da qui l’idea di promuovere, tra le socie e i soci di Ikonica, un lavoro fotografico che potesse descrivere quello che si prova di fronte a una tragedia quale è la violenza di genere. Così è nato il progetto SEI BELLA DA MORIRE, al quale hanno aderito in tanti, con lo slancio e l’entusiasmo dati dalla possibilità di esprimersi nella massima libertà. Chi era più esperto ha aiutato chi era meno attrezzato, pur rispettando la sensibilità e la visione del fotografo. Donne e uomini capaci di esprimere quello che sentono e provano di fronte a questa tragedia. Ora le foto ci sono e sono esposte senza premi o riconoscimenti particolari, se non la testimonianza di quello che provano le persone comuni. Tutte le foto sono bellissime e tutte esprimono i sentimenti e l’esperienza di vita di ogni fotografa e fotografo. Riflettono il sentimento più intimo e profondo di ognuno di noi. La mostra ha anche lo scopo di raccogliere fondi da devolvere a una o più associazioni che si occupano di donne che hanno subito violenza, fortunatamente sopravvissute e scampate alla furia dei loro aguzzini.

Angelo Franceschi

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